Dopo l’ultima aggressione subita dal personale di polizia penitenziaria, avevamo espresso tutta la nostra preoccupazione per gli innumerevoli episodi critici che giorno dopo giorno si stavano intensificando.
La situazione è definitivamente degenerata nei giorni scorsi, con un principio di rivolta esploso presso una sezione, dove sin dal mattino un gruppo di detenuti hanno inscenato una protesta violenta con danneggiamento di parte del mobilio e ripetute minacce rivolte al personale.
Nella stessa mattina un altro detenuto aveva dato alla fiamme la propria camera presso il Reparto Infermeria, costringendo il personale ad evacuare la sezione. Soltanto nel pomeriggio, grazie all’impegno e alla dedizione di tutto il personale si è riuscito, a stemperare gli animi e a riportare la situazione ad una certa calma.
Il grave cronico sovraffollamento e la presenza di molteplici detenuti problematici disseminati presso le varie Sezioni del Reparto Giudiziario, in particolare nel Reparto Infermeria, stanno precipitando la struttura nel Caos più totale. Il Reparto Infermeria ospita alcuni dei soggetti più facinorosi ed altri sottoposti ad un regime speciale e mentre una ditta esterna opera con addetti muniti di attrezzature pericolose e rumorose, il personale è costretto ad operare in una situazione di fatto surreale per garantire sicurezza.
Anche nel fine settimana scorso ha rinvenuto un grosso quantitativo di sostanze stupefacenti e sequestrato svariati telefoni cellullari.
Nonostante le numerosi sollecitazioni e richieste che abbiamo fatto da ultimo e nel corso degli anni all’Amministrazione Penitenziaria e alla Direttrice della Casa Circondariale, nessun riscontro e nessuna misura è stata posta in essere. Questo totale silenzio al quale si aggiunge quello del Provveditorato e del DAP, oltreché intollerabile, rappresenta per noi un segnale di resa e abbandono gravissimo rispetto ad una comunità fatta di uomini e donne in carne ed ossa che lì lavorano e dimorano.
Il personale che lavora nelle sezioni del carcere, al quale va la nostra ammirazione e sostegno, è delicato e complesso ed è purtroppo ulteriormente aggravato da disillusione e sconforto, tali da determinare un alto tasso di assenze. Un palese segno di malessere per la situazione fuori controllo venutasi a creare all’interno dell’Istituto. Ma di lavoro non ci si può ammalare.
L’Istituto di pena ed il personale, rappresentano la Stato, La Repubblica italiana e la situazione che sta vivendo la Casa Circondariale di Bologna certificano il fallimento rispetto ai compiti che la Costituzione assegna ed esige di assolvere. Ma le istituzioni preposte non fanno nulla e tacciono.
Ancora una volta chiediamo alle Autorità competenti a tutti i livelli di destarsi e di adottare urgenti misure necessarie a ricondurre l’Istituto in quell’alveo di legalità, normalità e sicurezza che, ogni giorno di più, è calpestata. Non vorremmo veder versare lacrime di coccodrillo per episodi ancor più gravi che, in un quadro di immobilismo, certamente accadranno.




