Centro Protesi INAIL Vigorso - Con l'impegno di tutti, riaprire tutto ma in sicurezza

Nella notte tra martedì e mercoledì della settimana scorsa, l’acqua si era solo affacciata presso l’INAIL di Vigorso, Centro Pubblico di eccellenza assoluta in campo protesico. L’intervento tempestivo dei Vigili del Fuoco aveva restituito temporaneamente piena funzionalità alla struttura. Ma purtroppo il peggio era alle porte.

Intorno alle 10,30 di mercoledì l’acqua è entrata ovunque (spogliatoi, fisioterapia, mensa) e per l’INAIL di Vigorso non vi è stato più scampo.

Esprimiamo il massimo di vicinanza e solidarietà nei confronti di tutti i colleghi e i degenti della sede INAIL di Vigorso evacuata grazie all’intervento dell’Esercito e della Protezione civile, dopo che per tutta la mattinata il Personale sanitario interno aveva garantito assistenza ai pazienti ricoverati ai piani più alti dell’edificio.

La sequenza di scene e di immagini che provengono da quei luoghi possono fare solo immaginare il carico di dolore e lo sconforto patito, alla vista della propria sede devastata dall’inondazione. E sin da subito ci siamo resi disponibili per ogni cosa potesse alleviare il carico di sofferenza e disagio.

La fase che si apre adesso ci vedrà protagonisti in tutte quelle iniziative di solidarietà con le quali si intende tangibilmente portare aiuto a tutte le persone coinvolte. In parallelo si dovrà avere il massimo impegno per la riapertura completa in tempi celeri nella massima sicurezza di chi ci lavora, salvaguardando al meglio le costose attrezzature che contiene. Intendiamo contribuire fattivamente a promuovere quella cultura della prevenzione così importante per un territorio fragile come il nostro di modo da scongiurare per il futuro simili sciagure.

Nell’apprezzare l’attivazione immediata del lavoro agile emergenziale, senza lunari pretese di consumare ferie e permessi come avvenuto altrove, se ne richiede l’opzione per tutti coloro che sono coinvolti direttamente o indirettamente dall’inondazione e, anche, per tutte quelle situazioni familiari particolari.

Occorre poi dare la possibilità per chi lo vorrà di prestare servizio nelle sedi più prossime al proprio domicilio. Tutto ciò nell’ottica di dare serenità alle persone e assicurare dignità al proprio lavoro.


VIGILI DEL FUOCO: sono il fulcro del sistema di soccorso. Il Governo dia risposte concrete su uomini e mezzi

Più di 35.000 persone hanno dovuto lasciare la propria casa a causa dell’alluvione e stanno trovando accoglienza nelle strutture allestite dai Comuni e dalla Protezione civile (scuole, palazzetti e palestre); i fiumi e corsi d’acqua esondati sono in totale 23; si sono registrati 58 allagamenti in più di 40 comuni; attualmente sono circa 300 le frane e gli smottamenti in movimento sul territorio; al momento, le strade chiuse sono più di 500, di cui 200 solo parzialmente.

In uno scenario calamitoso di queste proporzioni il Comando Provinciale di Bologna fornisce il suo importante contributo ai più di 1000 Vigili del Fuoco impegnati, di cui più di 600 provenienti da altre regioni. Sono tutti ugualmente impegnati in continui interventi di soccorso, se ne contano oltre 4 mila (con il salvataggio mediante elicotteri di centinaia di persone), che svolgono con la consueta competenza e professionalità, sempre accompagnata da quel tratto di umanità che li caratterizza.

In questa prima fase di messa in sicurezza delle persone e delle cose, i soccorritori acquatici sono circa 300, una sessantina tra sommozzatori e SAF (Speleo Alpino Fluviali). Nella complessa macchina dei soccorsi pubblici, i vigili del fuoco rappresentano un ingranaggio fondamentale e irrinunciabile.

Si farebbe torto al loro impegno se si indugiasse nella retorica degli eroi senza denunciare una volta di più la grave carenza di uomini e di mezzi in cui si trovano ad operare, senza alcun piano organico di assunzioni come per la restante parte della PA, a cui si aggiunge lo scandalo della mancata copertura assicurativa INAIL, come segnalato negli scorsi giorni da Mauro Giulianella, responsabile nazionale dei vigili del fuoco della FP CGIL.

Non si finirà di ringraziarli mai abbastanza per il loro prezioso lavoro quotidiano di cura ed assistenza alle persone, ma chiediamo al Governo e alle Istituzioni di fare fino fondo la loro parte con risposte concrete e rapide.


Crisi istituto Santa Giuliana, nuova fumata nera

La Congregazione non dà risposte, mercoledì 31 maggio nuovo sciopero del personale.

L’assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori dell’istituto Santa Giuliana di Bologna ha deciso all’unanimità la proclamazione di una nuova giornata di sciopero e mobilitazione unitaria per mercoledì 31 maggio prossimo.

Al Tavolo Metropolitano di salvaguardia occupazionale che si è tenuto lunedì 15 maggio è andato in onda un film già visto troppe volte: a fronte delle precise richieste e proposte avanzate dalle organizzazioni sindacali per garantire la continuità occupazionale, la Congregazione ha per l’ennesima volta mantenuto un atteggiamento inaccettabile, fatto di omissioni e risposte vaghe e generiche rispetto al destino dell’immobile e del personale, dimostrando una volta di più di avere come priorità non quella di collaborare all’individuazione di soluzioni concrete, ma piuttosto quella di deresponsabilizzarsi rispetto alla grave situazione che si è venuta a determinare, al contrario, proprio a causa delle decisioni dell’ente religioso.

In occasione del precedente sciopero del 27 marzo e del presidio di fronte alla Curia, le lavoratrici sono state ricevute dal Vicario generale Mons. Silvagni, che ha manifestato loro “preoccupazione, vicinanza, e impegno in vita di una soluzione” da parte dell’Arcidiocesi di Bologna.

Purtroppo durante questi due mesi, mentre le lavoratrici hanno atteso invano di vedere concretizzarsi questi buoni propositi, la Congregazione delle Suore Mantellate non ha mostrato alcuna reale intenzione di darvi seguito.

Così come sta dimostrando, inaccettabilmente, di non tenere in alcuna considerazione quel Patto per il Lavoro che in Emilia Romagna consegna alle parti sociali impegni precisi nella gestione delle crisi, e che chiediamo alle Istituzioni firmatarie, a cominciare dalla Regione, di far valere.

Per tutte queste ragioni saremo di nuovo in strada il 31 maggio insieme ai lavoratori e alle lavoratrici, e non ci fermeremo fino a che non arriveranno le risposte che oggi ci vengono negate.


Solidarietà per le persone coinvolte nell'alluvione in Emilia Romagna e Marche

Care e cari, 

in seguito ai gravissimi eventi alluvionali che hanno colpito l’Emilia Romagna e alcuni territori delle Marche abbiamo predisposto una raccolta fondi attraverso un conto corrente unitario. 

Vi invitiamo pertanto a promuovere tale iniziativa al fine di realizzare, anche in questa triste circostanza, un sostegno concreto attraverso un gesto di solidarietà e di vicinanza. 

Le donazioni potranno effettuarsi sul seguente conto corrente intestato a CGIL CISL UIL SOLIDARIETA’ POPOLAZIONI ALLUVIONATE EMILIA ROMAGNA E MARCHE

iban IT 26U0103003201000005800010. 

Per bonifici effettuati all’estero BIC: PASCITM1RM1. 


Polizia Locale - La sicurezza delle persone prima di tutto

L’alluvione che ha colpito la nostra regione è un evento di portata storica, eccezionale con conseguenze drammatiche per la cittadinanza.
Anche a Bologna, come in molte aree della città metropolitana, sono state evacuate abitazioni, molte attività sono andate distrutte, molte le strade allagate, le frane e gli smottamenti che ancora rendono complicato raggiungere interi territori.
In questa fase drammatica, di giorno e di notte, le donne e gli uomini della polizia locale, hanno svolto un grande lavoro per assistere e mettere in sicurezza persone e luoghi, in città e in tutto il territorio metropolitano, dando un grande apporto al servizio della collettività.
Ci sono stati, ci sono e ci saranno, per tutti, tutti i giorni. Grazie

Grave situazione di sovraffollamento alla Casa Circondariale di Bologna

La FP CGIL di Bologna denuncia la grave situazione di sovraffollamento, con conseguenti serie problematiche di gestione, che si stanno verificando presso il Reparto Infermeria della Casa Circondariale in oggetto.

La situazione sta diventando paradossale al punto che i posti del reparto infermeria destinati ad accogliere i nuovi ingressi per i controlli medici di rito, sono occupati da detenuti che, per svariati motivi non di carattere sanitario (sovraffollamento degli altri reparti, problematiche di relazione fra detenuti, ecc..) permangono al reparto infermeria.

Nei giorni scorsi dei 28 detenuti presenti solo 6 erano i nuovi ingressi da sottoporre agli esami di rito.

Il prolungarsi di tale situazione sta creando notevoli problematiche alla sicurezza del Reparto, destabilizzando di fatto la vita quotidiana interna del personale e dei detenuti stessi, molti dei quali con problematiche e comportamenti che creano situazione di grande tensione.

Il costante sovraffollamento dell'intera struttura carceraria, che più volte abbiamo denunciato, inoltre causa gravi difficoltà per l'assegnazione ai vari reparti dell'istituto dei detenuti, una volta terminata la necessità sanitaria della loro permanenza nel reparto infermeria, che quindi permangono in attesa di allocazione.

A tale preoccupazione si aggiunge altra preoccupazione dovuta, per quanto ci viene riferito, seppur per le vie brevi, alla sordità del Provveditorato regionale alle richieste della Direzione dell'Istituto.

Se fosse così, sarebbe un segnale oltre modo negativo per il personale che presta servizio giorno dopo giorno in condizioni di serie difficoltà e di tensione sempre crescente all’interno del Reparto dove, ci preme ricordarlo, i detenuti presenti non godono della stessa libertà di cui fruiscono i detenuti degli altri reparti con la disposizione delle “camere aperte”.

Chiediamo interventi e soluzioni urgenti per una corretta gestione della situazione che se non affrontata rischia di degenerare con drammatiche conseguenze.

 


Il caso dell’aumento dei fondi pubblici alle cliniche private Bellombra e Santa Viola richiede risposte

Caso strano quello della revisione dei codici tariffari della riabilitazione nelle strutture di sanità privata di Villa Bellombra e Santa Viola del territorio di Bologna, che comporteranno un potenziale incremento di entrate per le due strutture pari a 4,5 milioni di euro all’anno su un totale di 66 posti letto.

La Regione ha infatti autorizzato il passaggio di 33 posti letti di Villa Bellombra dal codice 56, che oggi viene rimborsato 327 euro per posto letto, al codice 75 che viene rimborsato con 540 euro, mentre 30 posti letto del Santa Viola sono passati, sempre con il benestare della Regione, dal codice 60 che viene rimborsato 154 euro al codice 56 che viene rimborsato appunto 327 euro.

Riteniamo, numeri alla mano, non ci fosse la necessità di questo incremento di tariffe a favore delle cliniche private summenzionate visto che le strutture pubbliche che erogano le stesse prestazioni - l’istituto di Montecatone, un’ eccellenza in ambito riabilitativo, e le strutture riabilitative del dipartimento di neuroscienze dell’Ospedale Bellaria che è anche uno degli IRCCS dell’area metropolitana - non solo si trovano a brevissima distanza delle due cliniche private, ma hanno a disposizione un numero di letti sufficienti a soddisfare la richiesta.

Quello di cui c’è invece sempre più bisogno sono i posti letto per la popolazione anziana con malattie croniche, in aumento, che necessita di lungodegenze specializzate, quelle identificate dal codice 60, sacrificato appunto a favore del più remunerativo codice 56. A causa di questo cambio inoltre, probabilmente verranno a mancare entrate nelle casse pubbliche nel caso l’utenza in mobilità attiva, quella cioè che viene da fuori regione, scelga di andare nelle strutture del gruppo anziché in quelle pubbliche."

Ci sarebbe quindi da chiedersi il perché di questa operazione, di certo non finalizzata alla razionalizzazione economica, in un momento di grave crisi della sanità, e neanche ad una migliore programmazione sanitaria visto che non sono emersi bisogni in tal senso.

Chiediamo quindi alla Regione di spiegare perché il codice 60, quello relativo alla riabilitazione estensiva, post acuzie che è il più richiesto in ambito riabilitativo soprattutto per la popolazione anziana, viene ridotto e perché il codice 75 quello della neuroriabilitazione che risulta ampiamente coperto viene invece incrementato.

Staremo a vedere inoltre se verrà fatto un ampliamento della dotazione organica a Villa Bellombra e al Santa Viola perché sarebbe dovuto che, con questo aumento di complessità, al quale corrispondono tempi di trattamento differente, venga previsto un robusto incremento delle persone in servizio. Villa Bellombra e Santa Viola sono soci fondatori del consorzio Colibrì, importante cooperativa del territorio bolognese e anche di Villa Ranuzzi e villa Serena, strutture aderenti al gruppo ANASTE. Quest'ultimo aspetto rende ancora più grave la questione in quanto il gruppo ANASTE applica un contratto non sottoscritto da nessuna organizzazione confederale che ha peggiorato considerevolmente le condizioni di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori che ci lavorano.

 

CGIL Emilia Romagna

Camera del Lavoro Metropolitana di Bologna

CGIL FP Emilia Romagna

CGIL FP Bologna


GRANDE MANIFESTAZIONE DI CGIL CISL E UIL IL 6 MAGGIO A BOLOGNA

Bologna 6 Maggio 2023 - La prima delle tre manifestazioni indette da Cgil, Cisl, Uil “Per una nuova stagione del lavoro e dei diritti”. Una mobilitazione organizzata unitariamente per ottenere un cambiamento delle politiche economiche, sociali e occupazionali, che proseguirà il 13 maggio a Milano e il 20 maggio a Napoli.

Grande è stata la partecipazione in piazza e anche nel corteo della sola CGIL che a partire dalle ore 9,30 si è snodato da Piazza XX Settembre lungo via dell'Indipendenza per poi raggiungere Piazza Maggiore.

Molti gli interventi dal palco di delegate e delegati di posto di lavoro pubblici e privati. Per la Funzione Pubblica CGIL è intervenuta Mariangela Festa, infermiera domiciliare e coordinatrice del Comitato degli iscritti dell'Azienda USL di Bologna, sottolineando l'importanza della sanità pubblica nel garantire il diritto alla cura di tutte le persone e che per questo non può ed essere messa in discussione. Una sanità solidale ed inclusiva che deve essere adeguatamente finanziata e valorizzata.

Anche attraverso un adeguato sistema pubblico di servizi sanitari, socio sanitari assistenziali e più in generale di tutto l'articolato mondo dei servizi pubblici, si contribuisce a migliorare la condizione di vita delle persone. Per questo li difenderemo sempre e difenderemo la condizione di chi in essi opera.


Per una nuova stagione del Lavoro e dei Diritti, 6 maggio manifestazione interregionale a Bologna

Abbiamo deciso di avviare nei mesi di aprile e maggio una fase di mobilitazione unitaria realizzando una generalizzata campagna di assemblee nei luoghi di lavoro e nei territori. Per questo abbiamo indetto tre manifestazioni interregionali. Lavoratrici, lavoratori, pensionate, pensionati, cittadine e cittadini sono chiamati a partecipare alla

MANIFESTAZIONE DEL 6 MAGGIO 2023 CHE SI TERRÀ A BOLOGNA

Con questa mobilitazione intendiamo sostenere le richieste unitarie che abbiamo avanzato nei confronti del Governo e del Sistema delle Imprese al fine di ottenere un cambiamento delle politiche industriali, economiche, sociali ed occupazionali.

ORA SONO NECESSARIE RISPOSTE CONCRETE SU:

  • Tutela dei redditi dall’inflazione ed aumento del valore reale delle pensioni e dei salari, rinnovo dei contratti nazionali dei settori pubblici e privati;
  • Riforma del fisco, con una forte riduzione del carico su lavoro e pensioni, maggiore tassazione degli extraprofitti e delle rendite finanziarie;
  • Potenziamento occupazionale e incremento dei finanziamenti al sistema sociosanitario pubblico per garantire il diritto universale alla salute e al sistema di istruzione e formazione, maggiore sostegno alla non autosufficienza;
  • Un mercato del lavoro inclusivo per dire no alla precarietà, orientato e garantito da investimenti, da un sistema di formazione permanente, da politiche attive, e da ammortizzatori sociali funzionali alla transizione;
  • Basta morti e infortuni sul lavoro, contrasto alle malattie professionali. Occorre ridare valore al lavoro, eliminare i subappalti a cascata e incontrollati, e portare avanti una lotta senza quartiere alle mafie e al caporalato;
  • Riforma del sistema previdenziale;
  • Politiche industriali e d’investimento condivise con il mondo del lavoro per negoziare una transizione ambientale sostenibile, sociale e digitale, realizzando un nuovo modello di sviluppo con particolare attenzione al Mezzogiorno e puntando alla piena occupazione.


Precari da vent'anni: sciopero storico al Rizzoli di Bologna

Blocco del turnover e carenza di personale sanitario, tecnico amministrativo e di ricerca, così come nelle sale operatorie. Criticità di accesso ai servizi per i cittadini, precariato cronico con persone in attesa di “un posto” fino a vent’anni, disagio generalizzato, delusione per la mancata occasione di rilancio post-pandemia. C’è tutto questo e altro nella mobilitazione sulla sanità, generalizzata nel paese, che oggi ha portato ad uno sciopero “storico” all’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna.

Fp Cgil lotta su blocco turnover indicato da Regione: “ora basta”

L’adesione allo sciopero è più che buona, riferiscono gli addetti ai lavori sul posto, che parlano di sciopero storico, da record.

È rimasta chiusa la Radiologia, a parte il comparto che garantisce il Pronto soccorso, mentre le sale operatorie lavorano solo al 25%, visto che si è fermato quasi tutto il suo personale (anche in questo caso, sono attive solo le urgenze). E sono chiusi gli uffici amministrativi che si occupano di accettazione.

L’adesione è stata molto alta, da record per l’Istituto Ortopedico Rizzoli, assicurano nel sindacato. A metà mattina, l’ingresso dell’ospedale è tappezzato da striscioni e bandiere della Fp-Cgil, il sindacato che promuove la mobilitazione anche in vista del raduno nazionale Cgil-Cisl-Uil a Bologna, il 6 maggio, con il segretario generale Maurizio Landini.

Sanità pubblica, se non la curi non ti cura”, oppure “Quinto ospedale al mondo, per quanto ancora”, ma anche: “Amministrazione, se non ci senti allora menti”, oppure “Voi comprate F35, a noi date 5 più 5” e quindi “basta precarietà legalizzata”, perché “La Regione non ha ragione”, sono alcuni dei cartelli che campeggiano di buon mattino all’ingresso dello Ior, tra fumogeni rossi e un furgone del sindacato a fianco del quale si tengono i comizi dei vari delegati.

Siamo persone che col lavoro si prendono cura di tutti, delle persone e dei servizi pubblici. Da oltre 20 anni, tuttavia, i finanziamenti alla sanità sono calati. Dopo la pandemia, che avrebbe dovuto insegnare quanto è fondamentale la sanità pubblica, siamo tornati esattamente alle condizioni di prima.

Nel Def del Governo non ci sono risorse per il rinnovo dei contratti, i lavoratori del settore pubblico del nostro paese sono quelli che in proporzione prendono meno rispetto ai loro colleghi degli stessi settori, attacca al microfono della Dire Marco Pasquini, segretario Fp-Cgil, prima e dopo l’intervento di diversi ricercatori e operatori.

Rilancia Mario Iavazzi, responsabile Fp-Cgil all’Istituto Ortopedico RizzoliAltre iniziative all’orizzonte? Per ora c’è solo lo sciopero odierno, poi ragioneremo su come proseguire la manifestazione. Abbiamo un incontro alle 13 di oggi con la direzione del Rizzoli. Vogliamo difendere l’ospedale Rizzoli e la sanità pubblica. Dopo anni di pandemia, oggi la sanità torna a perdere valore e tornano i rischi di tagli. Chiediamo con forza alla Regione e al Governo di scongiurarlo, incalza Iavazzi.

Il quale, tra l’altro, riferisce di alcune indiscrezioni: Di piani di fabbisogno non abbiamo ancora discusso, anzi siamo a conoscenza di un’indicazione da parte della Regione che prevede il blocco delle assunzioni al 50%. Questo ci risulta a partire dal 2023, anche se si tratta per ora di indiscrezioni. Di fatto, comunque, questo blocco, almeno in parte, viene già praticato dall’anno scorso. Al Rizzoli è scaduta infatti una sessantina di cui 51 del comparto, ne è stata sostituita solo una parte.

Le graduatorie degli Operatori sociosanitari e degli infermieri, accusa la Fp-Cgil, sono ferme. Per due infermieri o Oss che andranno pensione, ne sarà assunto solo uno. Era già successo a metà degli anni ’10, poco prima della pandemia. Eravamo riusciti a tamponare, grazie alle dotazioni organiche che avevamo, ma ora si sta passando il limite, insistono i delegati.

Per non parlare del personale della ricercaIn questo istituto, che è un Irccs, ci sono 60 precari, in una condizione che prosegue nel tempo, scuote la testa Iavazzi, che aggiunge: Sei mesi fa ci avevano detto che avrebbero rilanciato il servizio amministrativo, quello che dà informazioni ai dipendenti su paghe e cedolini, ma ancora non ci siamo. E ci sono accordi stipulati alla fine dell’anno scorso che ancora devono essere applicati. Anche il regolamento sull’orario di lavoro ancora non è applicato.


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