Nessuna novità dall’incontro con il Comune di Bologna di ieri 29 dicembre.

Dopo il voto al referendum, che ha visto i NO superare il 70%, il Comune non ha portato al tavolo alcun reale valore aggiunto rispetto a un accordo che i dipendenti hanno dimostrato con chiarezza di non volere.

Dall’amministrazione comunale è stato solo riproposto – come del resto già fatto lo scorso 7 novembre nell’incontro col Sindaco dopo lo sciopero – un generico impegno a cercare nel 2026 nuove possibilità di incremento del salario accessorio.

Ma è un impegno che rimane senza cifre e senza alcun tangibile riscontro negli atti adottati finora dall’amministrazione per il 2026, tra i quali il bilancio preventivo e DUP per il prossimo triennio appena varati dal Consiglio Comunale che peraltro i sindacati confederali non hanno sottoscritto.

A fronte della riproposta di questo impegno generico e della promessa di una ripresa della trattativa in successivi incontri, la FP CGIL in coerenza con il voto referendario contrario appena espresso dai dipendenti, ha ovviamente respinto .

Abbiamo inoltre ricordato all’amministrazione comunale che in caso di mancato accordo ha, per legge e per contratto, la possibilità di procedere a effettuare comunque pagamenti con atto unilaterale, ma ha anche l’obbligo (non è una concessione) di riprendere le trattative per raggiungere un accordo in un tempo massimo complessivo di novanta giorni.

Pertanto, salvo il Comune non decida di fare negli ultimi due giorni di dicembre 2025 quanto non ha fatto finora, cosa che sarebbe assolutamente auspicabile e che ci troverebbe disponibili fino all’ultimo minuto utile, le trattative per arrivare a un accordo riprenderanno certamente a gennaio nella chiarezza che servono, da parte del Comune, non promesse generiche ma risposte concrete.

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