Caso strano quello della revisione dei codici tariffari della riabilitazione nelle strutture di sanità privata di Villa Bellombra e Santa Viola del territorio di Bologna, che comporteranno un potenziale incremento di entrate per le due strutture pari a 4,5 milioni di euro all’anno su un totale di 66 posti letto.

La Regione ha infatti autorizzato il passaggio di 33 posti letti di Villa Bellombra dal codice 56, che oggi viene rimborsato 327 euro per posto letto, al codice 75 che viene rimborsato con 540 euro, mentre 30 posti letto del Santa Viola sono passati, sempre con il benestare della Regione, dal codice 60 che viene rimborsato 154 euro al codice 56 che viene rimborsato appunto 327 euro.

Riteniamo, numeri alla mano, non ci fosse la necessità di questo incremento di tariffe a favore delle cliniche private summenzionate visto che le strutture pubbliche che erogano le stesse prestazioni – l’istituto di Montecatone, un’ eccellenza in ambito riabilitativo, e le strutture riabilitative del dipartimento di neuroscienze dell’Ospedale Bellaria che è anche uno degli IRCCS dell’area metropolitana – non solo si trovano a brevissima distanza delle due cliniche private, ma hanno a disposizione un numero di letti sufficienti a soddisfare la richiesta.

Quello di cui c’è invece sempre più bisogno sono i posti letto per la popolazione anziana con malattie croniche, in aumento, che necessita di lungodegenze specializzate, quelle identificate dal codice 60, sacrificato appunto a favore del più remunerativo codice 56. A causa di questo cambio inoltre, probabilmente verranno a mancare entrate nelle casse pubbliche nel caso l’utenza in mobilità attiva, quella cioè che viene da fuori regione, scelga di andare nelle strutture del gruppo anziché in quelle pubbliche.”

Ci sarebbe quindi da chiedersi il perché di questa operazione, di certo non finalizzata alla razionalizzazione economica, in un momento di grave crisi della sanità, e neanche ad una migliore programmazione sanitaria visto che non sono emersi bisogni in tal senso.

Chiediamo quindi alla Regione di spiegare perché il codice 60, quello relativo alla riabilitazione estensiva, post acuzie che è il più richiesto in ambito riabilitativo soprattutto per la popolazione anziana, viene ridotto e perché il codice 75 quello della neuroriabilitazione che risulta ampiamente coperto viene invece incrementato.

Staremo a vedere inoltre se verrà fatto un ampliamento della dotazione organica a Villa Bellombra e al Santa Viola perché sarebbe dovuto che, con questo aumento di complessità, al quale corrispondono tempi di trattamento differente, venga previsto un robusto incremento delle persone in servizio. Villa Bellombra e Santa Viola sono soci fondatori del consorzio Colibrì, importante cooperativa del territorio bolognese e anche di Villa Ranuzzi e villa Serena, strutture aderenti al gruppo ANASTE. Quest’ultimo aspetto rende ancora più grave la questione in quanto il gruppo ANASTE applica un contratto non sottoscritto da nessuna organizzazione confederale che ha peggiorato considerevolmente le condizioni di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori che ci lavorano.

 

CGIL Emilia Romagna

Camera del Lavoro Metropolitana di Bologna

CGIL FP Emilia Romagna

CGIL FP Bologna