Egregio Signor Sindaco,
abbiamo letto la lettera inviata a tutti i dipendenti del Comune di Bologna. L’intento della Sua missiva è insufficiente a ricostruire il clima di fiducia ormai minato da una prolungata assenza di azioni concrete.
Il rapporto di fiducia nei confronti di questa amministrazione si è deteriorato.
Denunciamo da mesi il disinteresse di questa Amministrazione verso il benessere e la valorizzazione economica dei dipendenti e una prassi ormai consolidata nell’evitare il confronto, con relazioni sindacali ai minimi storici: i tavoli vengono convocati dopo attese inaccettabili e non raggiungono mai risultati concreti, prevalendo una narrazione che ignora le difficoltà che le lavoratrici e i lavoratori affrontano quotidianamente nei posti di lavoro. Un atteggiamento di totale indifferenza dimostrato sin da marzo nel dare applicazione al Decreto PA, che avrebbe potuto dare risposte efficaci ai lavoratori. 
In un contesto generale così preoccupante, respingiamo con fermezza la sua narrazione.
A fronte di ciò, in occasione dell’Assemblea Nazionale dell’ANCI, pur avendo giustamente sottolineato la magnificenza della nostra città – risultato del contributo determinante dei Suoi dipendenti – ha omesso di portare all’attenzione della platea le gravi difficoltà che questi stessi lavoratori affrontano quotidianamente, a causa della cronica carenza di personale e dell’aumento dei costi della vita e dei carichi di lavoro. Purtroppo, anche in quella sede, è stata veicolata l’idea che tutto vada bene.
Respingiamo inoltre con fermezza ogni narrazione volta a insinuare che le rivendicazioni dei lavoratori siano eccessive o che possano compromettere la stabilità dei conti o l’erogazione dei servizi.
Contrapporre l’interesse del dipendente comunale (che è anche cittadino) ai cittadini stessi è inaccettabile. I Comuni costituiscono la prima linea della democrazia, come riferisce il Presidente della Repubblica, e i cittadini vi si riconoscono.
Bologna deve essere all’altezza della sua storia, fulcro centrale del suo intervento all’assemblea di ieri di ANCI. E’ vero, Bologna è una città che ha costruito la propria identità sulla qualità dei servizi pubblici e sulla valorizzazione del lavoro.
Oggi, difendere davvero questo modello per noi significa investire sulle persone che quei servizi li rendono possibili. I lavoratori non chiedono privilegi ma riconoscimento, rispetto ad un salario accessorio che deve essere equo e adeguato.
Lei sindaco richiama la “responsabilità” come valore condiviso.
Ma la responsabilità deve essere reciproca. Non si può chiedere responsabilità ai lavoratori quando si rifiuta di riconoscere il loro ruolo centrale.  Solo riconoscendo quel ruolo e mettendolo al centro dell’azione politica potremo davvero parlare di comunità che “cura e serve” Bologna, partendo da chi ogni giorno la fa funzionare in condizioni molto complesse.
FP CGIL, CISL FP, UIL FPL