• BOLOGNA, 9 LUGLIO 2025 – Con l’estate già rovente a giugno, la situazione nei nidi e nelle scuole dell’infanzia comunali di Bologna ha raggiunto un punto critico. Educatrici, operatori, bambine e bambini sono stremati dal caldo insopportabile di queste settimane e le soluzioni adottate finora dall’Amministrazione Comunale si dimostrano insufficienti e tardive.
    Oggi, durante un flash mob al tavolo di trattativa, abbiamo ribadito con forza la necessità di interventi urgenti. Abbiamo chiesto di prendere in considerazione alcune nostre proposte organizzative immediate per proteggere i bambini e le bambine dal caldo: farli permanere nei locali solo fino al termine del sonno, considerando che i dormitori sono condizionati, e farli prelevare dalle famiglie a seguire, fatta eccezione per chi per motivi di lavoro non può anticipare l’uscita. L’uscita anticipata alle 16:30, inoltre, consentirebbe la riduzione del rapporto numerico adulto/bambino fino alle 18, garantendo maggiore tutela per i piccoli utenti. Abbiamo inoltre proposto di prevedere pasti freddi più idonei alle alte temperature registrate.  Nessuna di queste proposte emergenziali è stata presa in considerazione.

Servono Soluzioni Strutturali e Investimenti Adeguati
Da anni, le richieste da parte di CGIL CISL e UIL di adattare le strutture al clima sempre più torrido sono cadute nel vuoto e sono rimaste senza risposte concrete. Non si tratta solo di installare climatizzatori, ma di una programmazione calibrata e interventi strutturali che includano tendaggi per proteggere gli ambienti interni e le aree esterne soleggiate, punti d’acqua nei giardini per rinfrescare i bambini e le bambine e soluzioni a lungo termine per garantire il benessere di tutti.
Serve una programmazione definita con tempistiche definite nido per nido e scuola dell’infanzia per scuola dell’infanzia e investimenti adeguati per far fronte a quella che non si può più definire una emergenza, ma purtroppo una normalità con la quale tocca fare i conti.

Gli investimenti dell’Amministrazione dal 2017 al 2025 per il condizionamento delle strutture comunali, invece ammontano a soli 500.000 euro. Una media di appena 62.500 euro l’anno. Un’inezia se si considera che solo i nidi e le scuole sono 150, alle quali si aggiungono Biblioteche, Musei e sedi di quartiere che sono prive di aria condizionata.
Attualmente sono 47 su 49 i nidi che hanno dormitori condizionati mentre nelle scuole dell’infanzia solo il 50% dei dormitori (35 su 67) è dotato di climatizzazione. Le aule sono sprovviste.

I 200.000 euro aggiuntivi previsti in via straordinaria dall’Amministrazione entro maggio 2026 rappresentano un passo troppo piccolo rispetto all’enormità del problema. Coprono gli interventi su 70 ambienti rispetto alla necessità di intervenire su 400/450 locali. Facendo una proporzione, servirebbe uno stanziamento di circa 1,3 milioni di euro per intervenire su tutti gli ambienti. Stanziamento che, nonostante un bilancio comunale di 1,5 miliardi di euro, l’Amministrazione comunale non ha fatto e non ci pare intenda fare. I “Pinguini e i ventilatori” oltre a non essere una soluzione strutturale, non sono sufficienti a risolvere il problema.

Crisi del Personale e Futuro Incerto
Alla problematiche legate al caldo,  si somma  una crescente crisi del personale. Lo abbiamo denunciato al tavolo del 2 luglio agli Assessori Ara e Borsari. Le educatrici con contratto di lavoro a tempo determinato, già stremate dal caldo e dalla fatica di mesi di lavoro in sedi diverse, stanno riducendo la disponibilità a prolungare il loro contratto fino al 18 luglio. Poi c’è il tema delle prove concorsuali per rapporto di lavoro a tempo indeterminato nelle quali molte/i candidate/i che hanno superato le prove scritte, sono bloccate/i agli orali. Senza personale, senza candidate/i idonee/i in graduatoria, quale sarà il destino dei nidi e delle scuole dell’infanzia?

Gli investimenti del PNRR per nuove strutture educative e scolastiche, se non accompagnata da una programmazione di nuove assunzioni e di investimenti sul personale necessario per farle funzionare, determinerà la privatizzazione dei servizi con risorse pubbliche.

Anche per questo, investire concretamente sul personale necessario per erogare servizi di qualità in condizioni di lavoro adeguate rappresenta per noi un imperativo. Solo così potremo garantire alle famiglie un servizio educativo e scolastico all’altezza delle aspettative e delle reali esigenze.