Nell’incontro di ieri 30 Marzo 2022, l’Amministrazione della Città Metropolitana di Bologna ha comunicato che sul fronte assunzioni, contrariamente a quanto annunciato pubblicamente poche settimane fa al momento del varo del bilancio di previsione, non solo l’incremento di personale previsto non ci sarà ma è a rischio la possibilità di dare copertura al turn over, che al momento parrebbe garantita solo per il 2022 ma non per i prossimi anni.

A fronte di un notizia di tale portata e seppur consapevoli, come è noto, che la capacità assunzionale degli enti pubblici e quindi anche della Città metropolitana di Bologna, è vincolata alla norma nazionale, – verso la quale la FP CGIL ha aperto una vertenza nazionale per chiedere al Governo un piano straordinario di assunzioni nella Pubblica Amministrazione necessario a garantire alle cittadine e ai cittadini i servizi pubblici che altrimenti rischiano di essere consegnati al mercato privato – , abbiamo chiesto alla Città Metropolitana di Bologna l’apertura immediata di un tavolo permanente per verificare, in prima battuta se gli obiettivi che l’Ente sta assegnando in questi giorni ai vari servizi, definiti su un incremento di personale che non ci sarà, siano a questo punto davvero sostenibili o se debbano invece essere ridefiniti e poi di verificare la necessità di intervenire in maniera condivisa sull’organizzazione dell’Ente per garantire la sostenibilità e la tenuta dei servizi metropolitani.

Ci pare decisamente il momento di stabilire una rinnovata alleanza tra Amministrazione e Lavoratori. Di nuovo dopo la distruzione per legge dell’istituzione provinciale prima, e la drammatica esplosione della pandemia più di recente. Situazioni nelle quali le lavoratrici e i lavoratori della Città Metropolitana, tutti, hanno fatto il possibile e con il massimo impegno per garantire i servizi dovuti alla cittadinanza metropolitana in un contesto giuridico ed economico complicato e sfavorevole.

Da parte della Direzione Generale invece, abbiamo dovuto ascoltare  una “lezione” sulle relazioni sindacali e sulla necessità di distinguere bene tra informazione, partecipazione e contrattazione, oltra a ricevere l’informazione su una revisione del Piano Organizzativo del Lavoro Agile – POLA – che annulla completamente tutto il lavoro fatto dal 2019 ad oggi sullo sviluppo della modalità di lavoro agile nella Città Metropolitana di Bologna, riducendolo ad uno strumento meramente conciliativo fatto di un giorno a settimana “concesso” più o meno a pioggia, quasi un regalo come se non fosse lavoro.

Nessun documento né concreto passo avanti ad esempio per i cantonieri che rischiano quotidianamente sia la salute propria che le denunce dei cittadini, o per i tecnici della viabilità e dell’edilizia scolastica chiamati a responsabilità e carichi di lavoro sempre più insostenibili, o sulla situazione della Polizia Locale che opera in assenza di punti di responsabilità apicali (Posizione Organizzativa e Comandante) e pare a breve senza dirigente, o sulla situazione trasversale di servizi interi che si reggono sul ricorso al lavoro straordinario.

Può essere che la priorità per l’Ente sia quella di mettere fine all’idea innovativa del lavoro agile, già ampiamente sperimentata nella Città Metropolitana, come strumento di maggiore produttività ed efficacia nel rispondere alle esigenze dell’area metropolitana?

Priorità peraltro condita dalla motivazione che si deve far così per allinearsi al Comune di Bologna e che si tratta di una decisione comunque “non negoziabile”.

Da oltre un mese, assieme alla confederazione, abbiamo rappresentato la necessità di definire un nuovo protocollo di relazioni sindacali presentando proposte. Ma ancora non abbiamo risposte.

Confidiamo davvero in un ripensamento, per il quale c’è ancora tempo, e a ben altra disponibilità al confronto da parte dell’Amministrazione, altrimenti dovremo concludere che non è davvero tempo di alleanze tra lavoratori e Amministrazione, anzi.