Dopo una intensa sessione di incontri svoltasi praticamente ogni giorno dal 15 dicembre, a seguito del percorso definito in Prefettura martedì 12, abbiamo firmato ieri pomeriggio 20 dicembre l’accordo sulla distribuzione del fondo delle risorse decentrate per il salario accessorio dei dipendenti per l’anno 2023.

Si tratta solo del cosiddetto “accordo ponte”, cioè di un accordo di emergenza la cui sottoscrizione è però essenziale per non far perdere a tutte le lavoratrici e i lavoratori il salario accessorio dovuto per il 2023 (produttività, indennità, progressioni), stante l’inaccettabile ritardo dell’AC nell’integrare solo a novembre (di circa 800.000 euro) il fondo delle risorse per raggiungere il tetto imposto dalla legge e nell’aprire la contrattazione integrativa, che, insieme allo stato delle assunzioni e altre motivazioni ha condotto nelle scorse settimane allo stato di agitazione unitario della RSU.

Obiettivo fondamentale che ci siamo posti in questa emergenza è che non si producesse nessun arretramento retributivo per nessun dipendente, ma anche di non perdere l’attivazione per il 2023 di nuove progressioni economiche orizzontali.

 Con la sottoscrizione di questo “accordo ponte” si garantisce quindi:

  • la copertura economica di tutte le indennità (comparto, turno, condizioni lavoro etc) e i progetti già in essere e svolti (come estivo nidi 2023 o quelli – weekend e sispe – previsti con l’accordo siglato nei mesi scorsi per PL) corrisposti in corso d’anno o ancora da corrispondere;
  • l’attivazione di circa 200 nuove progressioni economiche orizzontali (con un adeguamento obbligato, sperimentale per il 2023, delle regole esistenti al nuovo contratto nazionale, tra cui: valorizzazione della anzianità di servizio, punteggio aggiuntivo per chi aspetta da più di sei anni, graduatorie di categoria per fasce di età, decorrenza delle progressioni attribuite dal 01/01/2023 e quindi con gli arretrati);
  • la conferma del finanziamento della produttività di tutti i dipendenti a un livello non inferiore a quello del 2022;
  • la destinazione di eventuali residui del fondo a incremento del numero di progressioni economiche orizzontali realizzabili per il 2023.

Inoltre è garantito anche l’avvio nel corso del 2024 delle progressioni verticali cd “in deroga” previste dal Contratto Nazionale e viene definito un calendario di incontri che parte da gennaio 2024 per iniziare finalmente anche nel Comune di Bologna la nuova contrattazione integrativa triennale.

Non sottovalutiamo di certo l’importanza di questi punti, ma che il Comune di Bologna costringa a ricorrere a un accordo di salvaguardia di emergenza del salario accessorio 2023 dei dipendenti, come anche la previsione di una futura capacità assunzionale del Comune al di sotto delle previsioni del turn over, che ci è stata presentata sempre ieri, ci fanno dire sin da subito che da Gennaio le risposte del Comune dovranno finalmente essere all’altezza della complessità della situazione!

Non basta una generica disponibilità a essere coinvolti su riflessioni organizzative complessive da gennaio, che abbiamo udito dal Direttore Generale in una fugace apparizione al tavolo di ieri, né l’annuncio (pur positivo) che dall’inizio dell’anno ci saranno nuovi bandi di mobilità interna.

Occorre trovare soluzioni strutturali, a partire dalla verifica che abbiamo già chiesto su ogni possibilità di ulteriori finanziamenti del fondo ( ad esempio con piani di razionalizzazione, fondi di derivazione dell’Unione Europea, ecc..), che, senza sottostare a tetti insopportabili imposti per legge come quello al fondo o quello alla spesa complessiva di personale, possano rispondere alle esigenze di valorizzazione economica e professionale e di benessere lavorativo che tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori giustamente esigono!