La FP CGIL di Bologna denuncia aggressioni sempre più frequenti al personale della casa circondariale.

Lanci di estintori, offese verbali, inizi di incendi, distruzione delle suppellettili in dotazione alle camere dei detenuti rappresentano solo alcuni esempi della situazione che quotidianamente il personale della polizia Penitenziaria deve affrontare.
Cause principali, lo ‘storico sovraffollamento di detenuti che nei giorni scorsi ha raggiunto quota 850 presenze e la grave carenza di organico.

A questo si aggiunge la gestione del sistema disciplinare che, da quanto risulta a noi, non vede di regola applicata la sanzione del temporaneo cd. ‘isolamento’, neanche nei confronti di quei soggetti che si rendono responsabili di gravi episodi e di aggressioni nei confronti di altri detenuti e/o al personale di Polizia Penitenziaria.
Quanto previsto dal sistema disciplinare va applicato secondo la normativa vigente e se questo non può essere garantito per la carenza di spazi come nel caso della Casa Circondariale di Bologna, allora vanno adottate altre misure quali l’allontanamento immediato ed incondizionato di quei soggetti che si rendono responsabili dei gravi episodi sopra richiamati.
L’inerzia dell’Amministrazione ad agire, rappresenta un grave segnale di debolezza e cedimento dell’intero sistema.
Appare poi paradossale che si continuino ad assegnare soggetti cd. ‘problematici’ presso l’Istituto in questione, nonostante il Provveditorato sia a conoscenza che il Reparto destinato all’allocazione di tali soggetti sia chiuso da oltre un anno, peraltro a causa dell’ennesimo incendio provocato da un detenuto.

Tocca prendere atto che l’Amministrazione non è in grado di affrontare strutturalmente tali questioni così come quelle del sovraffollamento dei detenuti e della carenza di organico.

Ciò nonostante continua il disposto e surreale incremento delle attività interne, senza tenere in conto che il personale presente in servizio è appena sufficiente per coprire i posti di servizio essenziali a garantire gli standard minimi di sicurezza nell’Istituto.

Il personale è quindi costretto a lavorare con un alto livello di stress e di rischio per il costante pregiudizio alle sue condizioni di sicurezza.

Il Provveditorato ha il dovere di intervenire sulle questioni sollevate, prima che sia troppo tardi e la situazione precipiti, al fine di garantire condizioni dignitose per la popolazione carceraria e condizioni lavorative sicure, dignitose e conformi ai compiti d’Istituto che la Polizia Penitenziaria è chiamata a svolgere all’interno della Dozza.

In caso contrario, promuoveremo ogni iniziativa di mobolitazione e di protesta finalizzata a tutelare il personale tutto, che opera all’interno dell’Istituto penitenziario