- La Confederazione è a fianco della Funzione Pubblica CGIL, impegnata per sostenere una effettiva riforma del funzionamento della Giustizia, affinché risponda a un diritto fondamentale di rilievo Costituzionale del cittadino, garantisca a tutte e tutti l’esistenza libera in uno stato di diritto: affronti e trovi soluzioni alle ormai sistematiche e strutturali carenze di personale e di ricorso al lavoro precario; definisca una strategia seria per l’innovazione organizzativa e l’informatizzazione anche attraverso il rinnovo di buoni contratti di lavoro.
Per queste ragione la CGIL e la FP-CGIL di Bologna, questa mattina erano presenti alla mobilitazione organizzata in occasione della Cerimonia di apertura dell’anno giudiziario che si è svolta, come in tutte le Corti d’appello, anche a Bologna.
Già ieri, l’Assemblea Generale della CDLM di Bologna, coerentemente con l’orientamento assunto dalla CGIL a livello nazionale, ha approvato un ordine del giorno di condivisione e sostegno delle ragioni alla base della mobilitazione indetta dall’Associazione Nazionale Magistrati per contrastare il disegno di legge di riforma costituzionale della Giustizia che, dopo la mobilitazione di questa mattina, porteranno allo sciopero di magistrate e magistrati il prossimo 27 febbraio 2025.
Il disegno di riforma costituzionale della Giustizia ha, evidentemente, lo scopo e l’effetto di ridurre l’autonomia della magistratura e spostare l’azione dei pubblici ministeri sono il potere esecutivo. Un disegno assai diverso da quello delineato dalla Costituzione.
Una riforma che altera l’equilibrio tra i poteri dello Stato in danno dell’ordine giudiziario, con una forte attenuazione della indipendenza effettiva dell’ordine giudiziario, indipendenza che è precondizione per una giustizia eguale per tutti.
Questa riforma è parte del tentativo di minare alla base la nostra Carta Costituzionale, agendo coerentemente con un disegno del quale sono parte integrante la legge sull’autonomia differenziata e il disegno di legge sul premierato.
Sono tutti tasselli di un modello autoritario di trasformazione della nostra democrazia, in contrasto con i principi di bilanciamento dei poteri, uguaglianza e solidarietà che sono a fondamento della Costituzione Italiana, antifascista e nata dalla resistenza.
Il disegno di legge in questione, votato in prima lettura alla Camera, è un progetto di riforma del potere giudiziario e non della giustizia e pertanto non produrrà effetti sui tempi dei processi e sul funzionamento di procure e tribunali, agendo in un contesto nel quale, con l’ultima legge di bilancio, è stato deciso un ulteriore taglio finanziario per la Giustizia.