Venerdì 19 Settembre Mobilitazione Nazionale contro l’invasione di Gaza
A seguito dell’invasione della città di Gaza e il perdurare degli attacchi contro la Striscia di Gaza da parte dell’esercito israeliano che stanno colpendo la popolazione civile inerme, la CGIL ha indetto una giornata di mobilitazione nazionale straordinaria per venerdì 19 settembre che sarà articolata sui territori.
Le Lavoratrici e i Lavoratori dei servizi pubblici, nel rispetto dei limiti posti dalla Legge 146/90 per garantire i servizi minimi essenziali, sono invitate/i a partecipare attivamente alla manifestazione organizzata dalla CGIL di Bologna, per esprimere l’assoluta condanna alla barbarie perpetrata contro la popolazione palestinese dal Governo israeliano guidato da Netanyahu e chiedere al Governo italiano, alle istituzioni europee e internazionali di fare tutto quanto è necessario per fermare ogni intervento militare nella Striscia di Gaza e per chiedere che sia convocata una conferenza di Pace.
Appuntamento quindi Venerdì 19 Settembre alle ore 17,00 in P.zza Roosevelt da dove partirà il corteo che attraverserà la città.
Siamo tutte/i invitate/i a dare massima diffusione alla giornata e alle parole d’ordine che la nostra organizzazione ha posto in questi mesi, oggi ancor più dirimenti: cessate il fuoco immediato, garantire corridoi umanitari, mettere in sicurezza la popolazione civile, sostenere e garantire la sicurezza di tutte le missioni umanitarie in corso, compresa la Global Sumud Flotilla.
Come FP CGIL continueremo a chiedere al Governo italiano, alle istituzioni europee e internazionali la sospensione di ogni accordo di cooperazione commerciale e militare con il governo israeliano finché non si fermerà la guerra a Gaza, l’occupazione della Cisgiordania, e non ci sarà il riconoscimento dello Stato di Palestina.
Ci vediamo in piazza.
8 Settembre 2025 SCIOPERO dei servizi 0/6 del comune di Bologna
E’ stato proclamato da parte di FP CGIL, CISL FP e UIL FPL per lunedì 8 settembre, primo giorno di apertura dei nidi di infanzia, lo sciopero dei servizi educativi e scolastici 0-6 del Comune di Bologna (nidi, scuole di infanzia, centri bambini famiglie, set).
Lo sciopero avviene dopo la fallita conciliazione in Prefettura dello scorso Luglio permanendo a tutt’oggi l’assenza di risposte alle tante questioni irrisolte, che pregiudicano il livello delle condizioni di lavoro e la qualità dei servizi ai bambini fino ai sei anni di età:
- sedi inadatte al caldo e al cambiamento climatico, senza climatizzazione e/o spazi interni o esterni protetti, spesso con molteplici problemi manutentivi e/o di adeguatezza, in assenza di una programmazione risolutiva complessiva in tempi credibili;
- mancanza di sostituzioni con frequenti richieste riorganizzative del "subito per subito", con pregiudizio della funzione educativa e pedagogica dei servizi che finisce per rimanere sulla carta, pur a fronte di leggi e contratti che impongono il rispetto di precisi rapporti numerici tra adulti e bambini;
- organizzazione disfunzionale e insufficiente del progetto Jolly;
- sovraccarico delle/dei collaboratrici e collaboratori mai sostituite/i e lasciate/i senza supporto;
- insegnanti insufficienti rispetto alle condizioni delle classi della scuola di infanzia, specie con riferimento al presidio attento dei casi di disabilità e ancora di più ai casi con bisogni speciali senza o in attesa di certificazione;
- incentivi inadeguati e solo simbolici se rapportati alle condizioni di lavoro di luglio e alla necessità di rivedere l'organizzazione del servizio integrativo;
- numeri insufficienti e carichi insostenibili per i coordinatrici e coordinatori pedagogici così come per tutte le fondamentali funzioni amministrative e tecniche di gestione e supporto all’attività quotidiana nei nidi, nelle scuole di infanzia, nei centri bambini famiglie, nei set e in tutto il sistema educativo e scolastico.
Non bastano promesse! Serve affrontare le questioni e serve soprattutto risolvere i problemi dando una nuova prospettiva e un futuro certo ai servizi educativi e scolastici, confermando a bambini e famiglie una qualità annunciata che l’abnegazione quotidiana di lavoratrici e lavoratori da tempo non basta più a garantire nei fatti. Serve farlo in tempo utile per cambiare le condizioni già dall'inizio dell'anno educativo scolastico e non in un futuro generico e indefinito!
In concomitanza con lo sciopero, dalle ore 10 si svolgerà il corteo con partenza davanti alla Prefettura (Via IV Novembre/Via della Zecca) e comizio conclusivo in Piazza Maggiore davanti al Comune con interventi di delegate e delegati del sistema integrato comunale di educazione e istruzione 0-6 anni.
Integrazione scolastica a rischio: la FP CGIL Bologna chiede chiarezza e confronto immediato
La FP CGIL di Bologna esprime forte preoccupazione riguardo alla situazione del servizio di integrazione scolastica del Comune di Bologna, recentemente oggetto di un appalto rinnovato e gestito in RTI dalle cooperative Quadrifoglio e ORSA.
Da diverse settimane, abbiamo richiesto con fermezza l'apertura di un confronto con le istituzioni comunali, poiché stanno emergendo segnalazioni preoccupanti riguardo alle "nuove modalità" che si intendono sperimentare nel prossimo anno scolastico che determinerebbero un taglio importante di ore per il sostegno. Se così fosse, si comprometterebbero la qualità e le condizioni del lavoro educativo e, di conseguenza, il servizio offerto a studenti con bisogni educativi speciali.
Ci associamo quindi alle preoccupazioni di educatrici, educatori, insegnanti e familiari, che temono ripercussioni negative sulla qualità dell'integrazione scolastica.
Riteniamo pertanto fondamentale che l'assessorato competente e gli uffici preposti ci convochino al più presto per fare chiarezza, prima dell’inizio del nuovo anno scolastico.
Ricordiamo che l'appalto attuale è stato preceduto da un verbale di accordo, sottoscritto proprio per garantire un miglioramento del servizio. Per noi, questo miglioramento non può prescindere dal miglioramento delle condizioni di lavoro del personale educativo, elemento imprescindibile per garantire un servizio di qualità e inclusivo.
La FP CGIL Bologna continuerà a vigilare affinché il futuro dell'integrazione scolastica nella nostra città sia all'insegna della qualità, della dignità del lavoro e dell'inclusione di tutti gli studenti.
Policlinico S. Orsola-Malpighi - FP-CGIL denuncia: “Sottorganico cronico e disorganizzazione estiva mettono a rischio operatori e pazienti.
Continuano ad arrivarci segnalazioni drammatiche dai reparti:
- Nel Pronto Soccorso, in Rianimazione, nella Medicina d’Urgenza e in Ctv, la carenza di personale sta diventando strutturale rispetto al fabbisogno minimo.
- molti operatori sono "costretti" a turni di 12 ore, spesso senza giorni di riposo consecutivi.
- Segnalati casi di burnout e molti infortuni da stress nelle ultime 2 settimane, direttamente collegati al sovraccarico.
La Direzione Generale dell’AOSP di Bologna, nonostante le ripetute richieste e segnalazioni della FP-CGIL:
- Non è stata in grado di reclutare personale temporaneo per i picchi estivi;
- Non è stata in grado di monitorato il rispetto dei carichi di lavoro (art. 28 D.Lgs. 81/2008).
- Non è stata in grado di dare copertura di personale a reparti strategici e di soddisfare quindi i Livelli Essenziali di Assistenza.
Se non otterremo risposte concrete, come organizzazione sindacale, metteremo in atto ogni azione necessaria. Non permetteremo che la mancanza di pianificazione si trasformi in un danno per la salute pubblica – concludono Alessi e la Rsu Fp Cgil del Policlinico".
Basta con il blocco del Contratto Nazionale Sanità Privata AIOP!
Le Organizzazioni Sindacali FP CGIL, CISL FP e UIL FPL dell’Area Metropolitana di Bologna ritengono inaccettabile il silenzio assordante da parte di AIOP (Associazione Italiana Ospedalità Privata - Confindustria) che a tutt’oggi non ha ancora avviato le trattative per il rinnovo del CCNL dopo quasi 7 anni dalla sua scadenza.
Un ritardo ingiustificato che sta causando un danno economico e professionale per le lavoratrici e i lavoratori del settore.
Oltre 2000 persone impegnate nell’area metropolitana bolognese con circa una ventina di case di cura, tra cui importanti struttura accreditate dalla Regione Emilia Romagna tra cui Villa Erbosa, Villa Chiara (nella foto), Villa Torri, OPR Nigrisoli, Ospedale Santa Viola, Villa Bellombra, Villa Laura ed altre, dove le lavoratrici e i lavoratori anche in momenti bui come la pandemia hanno garantito l’assistenza con professionalità e spirito di sacrificio.
Fisioterapisti, Infermieri, Oss, Ausiliari, Amministrativi, Tecnici di Radiologia ed altri professionisti nelle strutture con contratto AIOP percepiscono mediamente circa 2000 € in meno rispetto ai loro colleghi del pubblico, una situazione che impatta in modo evidente sulle retribuzioni percepite dagli operatori e sull’aumento dei costi della vita dove Bologna si attesta tra le città più care.
Le OO.SS. sottolineano che ogni giorno che passa non fa che danneggiare ulteriormente la tenuta del sistema sanitario e socio-sanitario, ma anche la dignità di chi ogni giorno con il proprio lavoro garantisce un servizio essenziale per la collettività che, lo ricordiamo, rientra nel SSN con risorse e finanziamenti pubblici.
Dopo gli scioperi che sono stati proclamati nei mesi scorsi e che hanno visto una partecipazione significativa, continuerà e si approfondirà la campagna di sensibilizzazione all’interno delle strutture gestite da AIOP con l’affissione all’esterno delle stesse di bandiere e striscioni, proseguiranno le assemblee sindacali all’interno di tutte le strutture e saranno indetti altri presidi ed iniziative di lotta fino a quando non ci sarà la sottoscrizione doverosa di un dignitoso Contratto Nazionale.
8 Settembre sciopero dei servizi educativi e scolastici del Comune di Bologna
Nessuna conciliazione in Prefettura. Ai servizi educativi e scolastici comunali servono risposte, non promesse!
Proclamato lo sciopero per lunedì 8 settembre.
Il previsto tentativo obbligatorio di conciliazione che si è svolto ieri in Prefettura dopo la proclamazione dello stato di agitazione da parte di FP CGIL, CISL FP e UIL FPL, è fallito.
Non è bastata alle Organizzazioni Sindacali, la ribadita generica disponibilità dell’Amministrazione Comunale ad affrontare questioni, inevase da troppo tempo e che pregiudicano sia le condizioni di lavoro che i livelli di servizio.
Vogliamo risposte e non promesse per le condizioni edilizie e manutentive delle sedi inadeguate alla loro funzione educativa e scolastica, mentre ad oggi non c'è alcuna programmazione e investimento strutturali e risolutivi da parte dell’Amministrazione, a partire dagli interventi volti a fronteggiare i sempre più frequenti picchi climatici e a garantire condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro.
Servono risposte per le mancate sostituzioni del personale educativo assente che mettono in pregiudizio le condizioni di servizio (in violazione delle previsioni del CCNL e finanche dei rapporti numerici stabiliti da norma regionale).
Servono risposte adeguate per garantire rapporti numerici necessari all'attento presidio dei casi di disabilità ma anche di comportamento divergente, in attesa o senza certificazione nella scuola di infanzia.
Vogliamo da subito una revisione organizzativa e economica complessiva del servizio di luglio dei nidi e nei Poli 0-6, a partire dalla valorizzazione della volontarietà già condivisa nel contratto collettivo integrativo.
Servono risposte per la stabilizzazione del personale precario di lunga anzianità, il cui essenziale contributo quotidiano viene di frequente svalorizzato in sede concorsuale. Risposte per la questione dell'organizzazione delle presenze durante gli eventi meteorologici straordinari e le sospensioni emergenziali dei servizi, per gli organici del coordinamento pedagogico, per il nastro orario dei collaboratori, per le funzioni amministrative e tecniche di supporto all’attività quotidiana nei nidi, nelle scuole, nei cbf e in tutto il sistema educativo e scolastico.
Sono questioni per le quali non bastano vane promesse. Serve affrontarle con serie intenzioni e seri investimenti per risolverle. E serve farlo in tempo utile per cambiare le condizioni già nel prossimo anno educativo e scolastico, e non in un futuro generico e indefinito.
Il prossimo 8 Settembre sarà sciopero
Comune di Bologna: basta prese in giro! Proclamato lo stato di agitazione dei servizi 0-6
Non è una semplice questione di rispetto per le rappresentanze sindacali dopo ore di trattativa in più incontri. E’ questione di rispetto per la dignità di lavoratrici e lavoratori che stanno garantendo l’apertura dei servizi malgrado il Comune abbia fatto sostanzialmente poco o nulla negli ultimi anni per renderli adeguati innanzitutto rispetto alle condizioni ambientali che viviamo.
Non è calpestando dignità e diritti di lavoratrici e lavoratori e le loro rappresentanze che si garantisce alle famiglie la qualità dei servizi 0-6! Al di là di annunci vetrina dell’amministrazione, ci pare che anche i genitori ne siano ormai consapevoli. Per parte nostra, rigettiamo con forza le modalità di relazione sindacale di questa amministrazione e la proposta di accordo inviata ieri alle OO.SS. e apriamo contestualmente lo stato di agitazione avviando una strada di vertenza e di lotta, perché avanti così non si va!
Flash Mob Emergenza Caldo nei Nidi e scuole infanzia Comunali di Bologna: le Proposte Concrete Restano Inascoltate
- BOLOGNA, 9 LUGLIO 2025 – Con l'estate già rovente a giugno, la situazione nei nidi e nelle scuole dell'infanzia comunali di Bologna ha raggiunto un punto critico. Educatrici, operatori, bambine e bambini sono stremati dal caldo insopportabile di queste settimane e le soluzioni adottate finora dall'Amministrazione Comunale si dimostrano insufficienti e tardive.
Oggi, durante un flash mob al tavolo di trattativa, abbiamo ribadito con forza la necessità di interventi urgenti. Abbiamo chiesto di prendere in considerazione alcune nostre proposte organizzative immediate per proteggere i bambini e le bambine dal caldo: farli permanere nei locali solo fino al termine del sonno, considerando che i dormitori sono condizionati, e farli prelevare dalle famiglie a seguire, fatta eccezione per chi per motivi di lavoro non può anticipare l'uscita. L'uscita anticipata alle 16:30, inoltre, consentirebbe la riduzione del rapporto numerico adulto/bambino fino alle 18, garantendo maggiore tutela per i piccoli utenti. Abbiamo inoltre proposto di prevedere pasti freddi più idonei alle alte temperature registrate. Nessuna di queste proposte emergenziali è stata presa in considerazione.
Servono Soluzioni Strutturali e Investimenti Adeguati
Da anni, le richieste da parte di CGIL CISL e UIL di adattare le strutture al clima sempre più torrido sono cadute nel vuoto e sono rimaste senza risposte concrete. Non si tratta solo di installare climatizzatori, ma di una programmazione calibrata e interventi strutturali che includano tendaggi per proteggere gli ambienti interni e le aree esterne soleggiate, punti d'acqua nei giardini per rinfrescare i bambini e le bambine e soluzioni a lungo termine per garantire il benessere di tutti.
Serve una programmazione definita con tempistiche definite nido per nido e scuola dell’infanzia per scuola dell’infanzia e investimenti adeguati per far fronte a quella che non si può più definire una emergenza, ma purtroppo una normalità con la quale tocca fare i conti.
Gli investimenti dell'Amministrazione dal 2017 al 2025 per il condizionamento delle strutture comunali, invece ammontano a soli 500.000 euro. Una media di appena 62.500 euro l'anno. Un'inezia se si considera che solo i nidi e le scuole sono 150, alle quali si aggiungono Biblioteche, Musei e sedi di quartiere che sono prive di aria condizionata.
Attualmente sono 47 su 49 i nidi che hanno dormitori condizionati mentre nelle scuole dell'infanzia solo il 50% dei dormitori (35 su 67) è dotato di climatizzazione. Le aule sono sprovviste.
I 200.000 euro aggiuntivi previsti in via straordinaria dall'Amministrazione entro maggio 2026 rappresentano un passo troppo piccolo rispetto all'enormità del problema. Coprono gli interventi su 70 ambienti rispetto alla necessità di intervenire su 400/450 locali. Facendo una proporzione, servirebbe uno stanziamento di circa 1,3 milioni di euro per intervenire su tutti gli ambienti. Stanziamento che, nonostante un bilancio comunale di 1,5 miliardi di euro, l'Amministrazione comunale non ha fatto e non ci pare intenda fare. I "Pinguini e i ventilatori" oltre a non essere una soluzione strutturale, non sono sufficienti a risolvere il problema.
Crisi del Personale e Futuro Incerto
Alla problematiche legate al caldo, si somma una crescente crisi del personale. Lo abbiamo denunciato al tavolo del 2 luglio agli Assessori Ara e Borsari. Le educatrici con contratto di lavoro a tempo determinato, già stremate dal caldo e dalla fatica di mesi di lavoro in sedi diverse, stanno riducendo la disponibilità a prolungare il loro contratto fino al 18 luglio. Poi c'è il tema delle prove concorsuali per rapporto di lavoro a tempo indeterminato nelle quali molte/i candidate/i che hanno superato le prove scritte, sono bloccate/i agli orali. Senza personale, senza candidate/i idonee/i in graduatoria, quale sarà il destino dei nidi e delle scuole dell'infanzia?
Gli investimenti del PNRR per nuove strutture educative e scolastiche, se non accompagnata da una programmazione di nuove assunzioni e di investimenti sul personale necessario per farle funzionare, determinerà la privatizzazione dei servizi con risorse pubbliche.
Anche per questo, investire concretamente sul personale necessario per erogare servizi di qualità in condizioni di lavoro adeguate rappresenta per noi un imperativo. Solo così potremo garantire alle famiglie un servizio educativo e scolastico all'altezza delle aspettative e delle reali esigenze.
A Bologna, caldo estremo nelle strutture educative e scolastiche e nei centri estivi al limite della sopportazione
Anche quest’estate, educatrici ed educatori di Bologna e provincia sono costretti a lavorare nelle strutture educative e scolastiche e nei centri estivi – pubblici e privati – in condizioni insostenibili, senza alcuna garanzia per la propria salute e per quella dei minori e disabili che seguono.
Molti operatori si trovano infatti a svolgere il proprio lavoro in ambienti inadeguati, spesso all’interno di edifici educativi e scolastici privi di spazi ombreggiati o refrigerati, esposti in modo prolungato a temperature che superano anche i 38 gradi.
Le attività, comprese le uscite e le gite, continuano poi a essere organizzate nelle ore più calde della giornata, ignorando completamente i rischi per i bambini – in particolare i più fragili – e per chi lavora al loro fianco.
Chi lavora con alunne e alunni con disabilità, così come accade a tutto il personale educativo delle cooperative sociali, affronta ogni giorno turni fino a 10 ore senza pause effettive e a tutto ciò si sommano anche i problemi ormai cronici di: contratti ridotti, stipendi insufficienti, precarietà continua.
Intanto, i Comuni e le cooperative sociali e le associazioni che gestiscono i centri estivi – pur a fronte di tariffe settimanali magari più alte alle famiglie – continuano a ignorare le condizioni in cui operano lavoratrici e lavoratori, salvo intervenire, e non dovunque, solo in modo emergenziale con ventilatori e talvolta “pinguini” che risultano comunque inefficaci rispetto al problema.
Occorre garantire ovunque già in queste giornate condizioni lavorative e di servizio che rispettino le condizioni dovute di salute e sicurezza, operando sia sulle dotazioni che sulla riorganizzazione delle attività.
Occorre che tutti i soggetti coinvolti, a partire dai Comuni, smettano di attendere "emergenze" e programmino finalmente in modo strutturale gli interventi necessari nelle sedi educative e scolastiche (intervenendo anche nei requisiti previsti nelle conveziioni, appalti etc dei centri estivi), adeguandoli al mutamento climatico che tutti viviamo.
Il personale educativo non può e non deve più essere trattato come manodopera invisibile, sacrificabile, priva di diritti!
Le porte girevoli dell’assistenza agli anziani. Il comune di Molinella la vuole privatizzare
Con la seduta straordinaria del Consiglio Comunale del 30/6/25 il Comune di Molinella ha ritirato, a far data dal 1/1/2026, il conferimento ad ASP della Casa di Riposo Nevio Fabbri decidendo anche l’uscita dall’ASP Pianura Est del Comune in qualità di Socio.
Una Casa di Riposo fiore all’occhiello del territorio e della comunità Molinellese, gestita prima direttamente dal Comune, poi conferita ad ASP Pianura Est quale Gestore Unico del sistema pubblico di servizi alla persona, così come stabilisce la stessa Legge Regionale 2/2003 e 12/20213, che dopo soli tre anni il comune decide di affidare al Privato attraverso un Project Financing di cui ancora nulla è dato sapere e con un Bando di Gara ancora da costruire.
Una scelta incomprensibile considerato che la stessa Amministrazione Comunale riconosce come in questi due anni e mezzo di gestione ASP vi sia stato un sostanziale recupero economico, segno che il personale ha lavorato sempre al meglio garantendo assistenza ed economicità con un accurato controllo di gestione.
Lo diciamo chiaramente: la FP CGIL è contraria a qualsiasi scelta che sottrae alla titolarità pubblica servizi che il pubblico ha il dovere costituzionale di garantire alla collettività, per appaltarli in qualsiasi forma al privato che non ha tali doveri. A maggior ragione se si tratta di servizi socio assistenziali.
L’assistenza agli anziani non può essere una porta girevole, per passare da un sistema ad un altro secondo logiche privatistiche di profitto, peraltro con l'aumento esponenziale di ultra ottantenni fragili, la cura e l’assistenza devono essere al centro di politiche pubbliche in capo ad istituzioni pubbliche.
La decisione del Comune di Molinella pensiamo metta a rischio l'omogeneità di assistenza nel territorio, oggi garantita dall'ASP Pianura EST e la continuità assistenziale di una utenza fragile assicurata dal personale per il quale non è dato sapere quali saranno le prospettive. Potrà continuare a lavorare nello stesso posto e se si con quale contratto applicato o sarà re-impiegato in altri servizi che gestisce l'ASP?
Si tratta di una questione delicata per la quale il comune ha maturato senza darci alcuna informazione preventiva. Ora ci attiveremo per riportare la questione nei tavoli di confronto e affermiamo fin da ora che daremo battagli contro ogni scelta che non garantisca l'utenza ed il personale che se ne prende cura.