Riorganizzazione Emergenza Urgenza - Non ci sono ancora le condizioni

Dopo l'incontro con l'Azienda Usl sui Centri Assistenza Urgenza - CAU - Marco Pasquini e Gaetano Alessi, rispettivamente segretario generale e responsabile comparto sanità della Fp Cgil di Bologna affermano che non ci sono ancora le condizioni.

Ad oggi mancano ancora le istruzioni operative e il modello organizzativo.
Per la trasformazione dei due PS di Budrio e Vergato in Cau, l'unica idea proposta dall'Azienda è sottrarre 5 unità infermieristiche a Budrio per destinarle a Vergato sulla base di disponibiltà volontarie.

Per quanto riguarda poi la futura apertura dei Cau di Navile e Casalecchio l'intenzione dell'azienda è quella di chiedere trasferimenti volontari tra gli operatori dei Ps della provincia e della Co118 di Bologna, senza però chiarire chi andrà a sostituirli in reparto.

Considerato che al momento in azienda c'è il blocco delle assunzioni, l'attuazione del piano di riorganizzazione dell'emergenza urgenza, ci pare evidente, si pensi di attuarlo togliendo da una parte, aggiungedo dall'altra.

Stessa situazione anche sul versante dei mezzi di soccorso avanzato (le ambulanze). Pur mantenendo il numero dei mezzi, sulla città di Bologna e in Pianura Est, saranno meno quelle con il medico a bordo.

Manca un piano strutturato e chiaro di formazione e non è ancora stato chiarito quale rapporto regolerà le attività tra professionisti (medici di Continuità Assistenziale che operano secondo una convenzione e professionisti sanitari che soni dipendenti dell'Azienda).
Manca completamente la campagna di sensibilizzazione della popolazione.

L'unica cosa certa per l'azienda è che con i Cau di Budrio e Vergato si parte dal 1° di novembre.
Per Noi, come peraltro abbiamo ribadito al termine dell'incontro, è certo che fino a che non ci saranno le condizioni, non si parte.


All’istituto penale per minorenni del Pratello, un’emergenza che dura da troppo tempo, sta diventando una insostenibile normalità

Nei giorni scorsi, una rappresentanza della FP CGIL di Bologna ha condotto una visita presso l’Istituto Penale per Minorenni.

Gravi le carenza riscontrate: mancanza di letti, di materassi, tanto che ad alcuni minori il posto letto è attualmente garantito con un materasso di fortuna sul pavimento, scarsa pulizia, camere detentive che mancano di finestre, altre alle quali il secondo cancello è stato tolto in quanto non più funzionante. Nei giorni scorsi due minori sono rimasti bloccati all’interno della loro camera per lungo tempo per la rottura della serratura della porta blindata.  

Lo stesso Direttore dell’Istituto ci ha illustrato le problematiche presenti nell’Istituto: il persistente cronico sovraffollamento, peraltro aggravato dalla presenza di minori con gravi problematiche di natura psichica, a cui fa da contraltare la gravissima carenza di personale che ha anche determinato la sospensione di attività trattamentali destinate ai minori. Infine la mancanza di un Comandante titolare. L’attuale Comandante è infatti presente tre soli giorni settimanali. Anche il medico in servizio nella struttura ha lamentato l’assenza di una poltrona odontoiatrica per poter condurre gli interventi quotidiani più urgenti e indifferibili.

Le circa 30 unità di personale che operano nell’istituto, devono giornalmente assicurare la sorveglianza nelle sezioni e nei vari posti di servizio, i servizi di scorta dei detenuti in udienza presso il Tribunale, le eventuali scorte presso gli ospedali cittadini, la vigilanza sui minori che fruiscono delle ore d’aria all’aperto che, soprattutto nell’ultimo periodo, viene assicurata da una sola unità di personale, la vigilanza sulle varie attività trattamentali che si svolgono all’interno dell’Istituto in spazi spesso distanti tra loro.

Il personale che abbiamo incrociato durante la visita ci è apparso provato, scoraggiato ed esasperato dalle attuali proibitive condizioni di lavoro, per le quali sono costretti ad effettuare un numero spropositato di ore di lavoro straordinario, doppi turni ed in qualche caso a proseguire il servizio dopo il turno di notte. Anche le dotazioni strumentali fornite al personale di polizia penitenziaria sono insufficienti e mal funzionanti.      La sala regia, posto di servizio strategico, è dotata di telecamere non sempre funzionanti e che per la grave carenza di personale non sempre sono sorvegliate.

Il rapporto numerico tra operatori e minori che era un tempo di 2:1, per effetto dell’apertura del secondo piano detentivo senza un adeguato rafforzamento numerico del personale, è oramai quasi di 1:1. In questo modo si mette a rischio la sicurezza degli operatori e l’incolumità dei minori oltre che la funzione di recupero.

Si tratta di una emergenza che dura da troppo tempo e sta diventando una insostenibile normalità che la FP CGIL di Bologna denuncia da tempo e che continua a denunciare.

Abbiamo chiesto l’urgente interessamento delle Istituzioni governative a tutti i livelli e delle Autorità cittadine Civili e Religiose preposte, perché si facciano carico e trovino soluzioni ad una situazione che rischia seriamente di non poter garantire i diritti più elementari ed una giusta e dignitosa detenzione per i minori, tantomeno adeguate e dignitose condizioni di lavoro per tutto il personale che presta servizio nella struttura.

La FP CGIL di Bologna chiede l’urgente e adeguato incremento dell’organico di polizia penitenziaria e pari attenzione per le figure carenti di educatori ed assistenti sociali.

Non si può non rappresentare la necessità di diminuire drasticamente il numero dei minori ristretti, con l’allontanamento di quelli più problematici, viste anche le contenute dimensioni della struttura che non consentono di poter garantire una qualità del servizio senza una misura.

Non fatemi vedere i vostri palazzi ma le vostre carceri, poiché è da esse che si misura il grado di civiltà di una Nazione” Lo diceva Voltaire nel ‘700. Noi le vediamo tutti i giorni  …..


ASP PIANURA EST - Basta emergenza continua

La situazione di continua emergenza con cui stanno lavorando le lavoratrici ed i lavoratori dell’ASP PIANURA EST non è più sostenibile, per i lavoratori come per gli ospiti in tutti i servizi.

Sei case residenza anziani, cinque centri diurni, una struttura residenziale per disabili adulti. Più di duecento lavoratori specializzati al servizio di ospiti, tutti in condizioni di particolare fragilità, per la grandissima parte in condizioni di totale non autosufficienza.

Da tempo segnaliamo carenze di organico di OSS e di infermieri, che determinano quotidianamente lavoro con personale ridotto, effettuazione di doppi turni e spostamenti continui tra le diverse strutture.

Ci sono voluti mesi ai Comuni Soci per approvare il Bilancio dell’Azienda mettendo addirittura a rischio il salario accessorio delle lavoratrici e dei lavoratori.

Sappiamo bene che OSS e infermieri sono diventati dovunque una risorse rara e preziosa ma è arrivata l’ora di mettere in campo ogni possibile soluzione per invertire questa tendenza.

DALL’AZIENDA PRETENDIAMO:

  • il mantenimento degli impegni e delle scadenze prese ai Tavoli Sindacali.
  • le sostituzioni del personale assente
  • Nuovi concorsi per OSS e Infermieri
  • Aggiornamento condiviso dei Piani di Lavoro
  • Attivazione dei Piani di Emergenza quando necessario

AI COMUNI SOCI DEL DISTRETTO PIANURA EST E ALLA REGIONE CHIEDIAMO CON FORZA:

  • tutte le risorse economiche necessarie;
  • una credibile prospettiva futura per l’Azienda e i servizi pubblici che le sono affidati;
  • la presa in carico del tema della carenza delle professionalità specifiche, a partire dal ripristino di percorsi di formazione regionali per il profilo OSS.

ll LAVORO DI CURA che viene svolto dal personale dell’Azienda è un lavoro competente attento davvero ai bisogni degli anziani e dei disabili. Un bene comune fondamentale per gli ospiti come e per le loro le famiglie! Va valorizzato e non disperso!

ORA BASTA! I PROBLEMI DELL’ASP VANNO RISOLTI E NON DEVONO ESSERE SCARICATI SU OSPITI E LAVORATORI!


Figure professionali fondamentali per l'inclusione

Giovedì 14 settembre 2023, a partire dalle ore 10, il personale dell’inclusione scolastica, lavoratrici e lavoratori con le qualifiche di educatrice/educatore che affiancano bambini e ragazzi con disabilità che frequentano le scuole di ogni ordine e grado, sarà in presidio, insieme alla FP CGIL, davanti alla Prefettura di Bologna.
L’iniziativa si inserisce nell’ambito della mobilitazione nazionale per rivendicare un lavoro stabile, una retribuzione adeguata e la valorizzazione delle professionalità degli educatori e degli operatori che lavorano in questo ambito scolastico.

Sono lavoratrici e lavoratori occupati all’interno di appalti pubblici gestiti quasi esclusivamente da cooperative sociali, la cui condizione lavorativa è estremamente precaria, anche per coloro che hanno rapporti di lavoro a tempo indeterminato ma che comunque non hanno né una stabilità oraria, né retributiva.

La loro presenza nelle scuole è soggetta alle variabili determinate dalla presenza degli alunni con disabilità nel corso dell’anno scolastico, oltre al fatto che durante i periodi di chiusura scolastica il personale resta a casa senza retribuzione. Ciò è quanto è successo durante le frane e le alluvioni che hanno colpito la città Metropolitana di Bologna e la Regione Emilia-Romagna.

A tale instabilità si aggiungono le retribuzioni basse e la frammentazione dei luoghi dove il personale svolge l’attività lavorativa.

Eppure, questa figura è determinante all’interno delle scuole perché si occupa sia degli aspetti educativi che assistenziali degli alunni disabili inseriti nelle classi. A testimonianza dell’impatto di questi lavoratori all’interno della scuola basti citare il fatto che nella Città Metropolitana di Bologna si contano svariate centinaia di educatori e di operatori alle dipendenze delle cooperative sociali. Figure per le quali è stato necessario un lungo e complicato lavoro sindacale per vedere loro garantito il corretto inquadramento previsto dal contratto nazionale.

Problematiche che potrebbero trovare soluzione solamente se queste lavoratrici e lavoratori passassero alle dipendenze dirette dello Stato o dei committenti pubblici.

Con questa mobilitazione la FP CGIL intende sostenere anche i disegni di legge presentati nelle commissioni delle camere parlamentari per ottenere l’internalizzazione di tutto il personale operante nelle scuole riconoscendo così una reale valorizzazione professionale.

Per questo motivo chiederemo con forza l'approvazione e il finanziamento adeguato dei provvedimenti legislativi finalizzati all’assunzione all’interno della Pubblica Amministrazione di queste figure professionali.

 

 

 


Operatori Sanitari Ausl Bologna meno 96 - Grido di allarme della FP CGIL di Bologna

Avevamo lanciato l'allarme meno di una settimana fa - dicono Marco Pasquini Segretario generale della Fp Cgil e Gaetano Alessi Responsabile del Comparto sanità- adesso arrivano le conferme ufficiali.
Ben 96 cessazioni, senza sostituzioni, di operatori sanitari in Ausl Bologna:

meno 2 Fisioterapisti

meno 2 Logopedisti

meno 4 Educatori Professionali

meno 1 Infermiere Senior

meno 40 Infermieri

meno 4 Ostetriche/ci

meno 5 Tecnici Sanitari di Laboratorio Biomedico

meno 1 Tecnico Sanitario di Radiologia Medica

meno 1 Tecnico di Neurofisiopatologia

meno 1 Termotecnico

meno 1 Addetto di cucina

meno 1 Addetto ai Servizi Sanitari

meno 2 Centralinisti con Funzioni di Custodia

meno 1 Centralinista

meno 2 Autisti di ambulanza

meno 1 Ausiliario

meno 10 Amministrativi

meno 1 Commesso

meno 1 Ricercatore Sanitario

meno 1 Collaboratore Professionale di Ricerca Sanitaria

meno 3 Assistenti Sociali

meno 11 Operatori Socio Sanitari

Ed è solo l'inizio.  Se continuerà a non essere coperto il turnover, entro la fine dell'anno saranno a rischio i servizi per i cittadini, oltre che il benessere lavorativo dei lavoratori della sanità che restano, che saranno sempre più stimolati ad andare via per le pesanti condizioni di lavoro.

Noi siamo in mobilitazione da tempo e continueremo ad esserlo anche con la manifestazione nazionale del 7 ottobre a Roma, ma occorre che tutta la comunità si faccia sentire partecipando.
Senza operatori sanitari, non c'è sanità e senza sanità il danno è per tutti. Specialmente per chi è più debole e lontano dalla città.


‘LA VIA MAESTRA’ APPELLO PER LA MANIFESTAZIONE NAZIONALE DEL 7 OTTOBRE A ROMA

La Costituzione italiana – nata dalla Resistenza – delinea un modello di democrazia e di società che pone alla base della Repubblica il lavoro, l’uguaglianza di tutte le persone, i diritti civili e sociali fondamentali che lo Stato, nella sua articolazione istituzionale unitaria, ha il dovere primario di promuovere attivamente rimuovendo “gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

Per questo rivendichiamo che i diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione tornino ad essere pienamente riconosciuti e siano resi concretamente esigibili ad ogni latitudine del Paese (da nord a sud, dalle grandi città alle periferie, dai centri urbani alle aree interne), a partire da:

► il diritto al lavoro stabile, libero, di qualità – fulcro di un modello di sviluppo sostenibile fondato su nuove politiche industriali– superando la precarietà dilagante, contrastando il lavoro povero e sfruttato, aumentando i salari, col rinnovo dei contratti, e le pensioni oltre al superamento della Legge Fornero. È il momento di introdurre il salario minimo, dare valore generale ai contratti, approvare la legge sulla rappresentanza, strumenti essenziali per contrastare i contratti pirata.
► il diritto alla salute e un Servizio Sanitario Nazionale e un sistema socio sanitario pubblico, solidale e universale, a cui garantire le necessarie risorse economiche, umane e organizzative, per contrastare il continuo indebolimento della sanità pubblica, recuperare i divari nell’assistenza effettivamente erogata, a partire da quella territoriale, e valorizzare il lavoro di cura; investimento sul personale con un piano straordinario pluriennale di assunzioni che vada oltre le stabilizzazioni e il turnover, superi la precarietà e valorizzi le professionalità; sostegno alle persone non autosufficienti; tutela della salute e sicurezza sul lavoro, rilanciando il ruolo della prevenzione. Solo così si garantisce la piena applicazione dell’articolo 32 della Costituzione.
► il diritto all’istruzione, dall’infanzia ai più alti gradi, e alla formazione permanente e continua, perché il diritto all’apprendimento sia garantito a tutti e tutte e per tutto l’arco della vita.
► il contrasto a povertà e diseguaglianze e la promozione della giustizia sociale, garantendo il diritto all’abitare e un reddito per una vita dignitosa. Il governo va in altra direzione e cancella il Reddito di cittadinanza lasciando tante persone senza alcun sostegno.
► il diritto a un ambiente sano e sicuro in cui vengono tutelati acqua, suolo, biodiversità ed ecosistemi. Per questo è grave aver tolto dal PNRR le risorse sul dissesto idrogeologico, tanto più a fronte delle alluvioni che hanno colpito alcune regioni del Paese e di una crisi climatica che va affrontata con una transizione ecologica fondata sulla difesa e valorizzazione del lavoro e di un’economia rinnovata e sostenibile.
► una politica di pace intesa come ripudio della guerra e con la costruzione di un sistema di difesa integrato con la dimensione civile e nonviolenta.

Questi diritti possono essere riaffermati e rafforzati solo attraverso una redistribuzione delle risorse e della ricchezza che chieda di più a chi ha di più per garantire a tutti e a tutte un sistema di welfare pubblico e universalistico che protegga e liberi dai bisogni, a cominciare da una riforma fiscale basata sui principi di equità, generalità e progressività che sono oggi negati tanto da interventi regressivi – come, ad esempio, la flat tax – quanto da una evasione fiscale sempre più insostenibile. Inoltre, giustizia sociale e giustizia ambientale e climatica devono andare di pari passo nella costruzione di un modello sociale che sia “nell’interesse delle future generazioni”, come recita l’art. 9 della nostra Costituzione.

Questo modello sociale – fondato su uguaglianza, solidarietà, accoglienza, e partecipazione – costituisce l’antitesi del modello che vuole realizzare l’attuale maggioranza di Governo con le prime scelte che ha già compiuto e, soprattutto, con le misure che si appresta a varare, a partire da quelle che – se non fermate – sono destinate a scardinare le fondamenta stesse dell’impianto della Repubblica, come:
► l’autonomia differenziata, rilanciata con il DDL Calderoli, che porterà alla definitiva disarticolazione di un sistema unitario di diritti e di politiche pubbliche volte a promuovere lo sviluppo di tutti i territori;
► il superamento del modello di Repubblica parlamentare attraverso l’elezione diretta del capo dell’esecutivo (presidenzialismo, semi-presidenzialismo o premierato che sia) che ridurrà ulteriormente gli spazi di democrazia, partecipazione e mediazione istituzionale, politica e sociale, rompendo irrimediabilmente l’equilibrio tra rappresentanza e governabilità.

La Costituzione antifascista nata dalla Resistenza – nel riconoscere il lavoro come elemento fondativo, la sovranità del popolo, la responsabilità delle istituzioni pubbliche di garantire l’uguaglianza sostanziale delle persone, i diritti delle donne, il dovere della solidarietà, la centralità della tutela dell’ambiente e degli ecosistemi, il ripudio della guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali – ha delineato un assetto istituzionale che, attraverso la centralità del Parlamento, fosse il più idoneo ad assicurare questi principi costitutivi e a realizzare un rapporto tra cittadini/e e istituzioni che non si esaurisce nel solo esercizio periodico del voto ma si sviluppa quotidianamente nella dialettica democratica e nella costante partecipazione collettiva della rappresentanza in tutte le sue declinazioni politiche, sociali e civili.
Per contrastare la deriva in corso e riaffermare la necessità di un modello sociale e di sviluppo che riparta dall’attuazione della Costituzione, non dal suo stravolgimento, ci impegniamo in un percorso di confronto, iniziativa e mobilitazione comune che – a partire dai territori e nel pieno rispetto delle prerogative di ciascuno – rimetta al centro la necessità di garantire a tutte le persone e in tutto il Paese i diritti fondamentali e di salvaguardare la centralità del Parlamento contro ogni deriva di natura plebiscitaria fondata sull’uomo o sulla donna soli al comando.


PER QUESTE RAGIONI E A SOSTEGNO DELL’INSIEME DELLE PROPOSTE INDICATE,
CI IMPEGNIAMO A REALIZZARE:

Il 7 OTTOBRE una grande manifestazione nazionale a Roma per il lavoro, contro la precarietà, per la difesa e l’attuazione della Costituzione, contro l’autonomia differenziata e lo stravolgimento della nostra Repubblica parlamentare.


Co-Programmazione e Co-Progettazione: Quale cambiamento possibile

E' il titolo dell'iniziativa che si è svolta il 29 Agosto nell'ambito della Festa dell'unità di Bologna che ha visto la partecipazione, fra gli altri di Marco Pasquini - Segretario confederale della Camera del Lavoro di Bologna e Segretario Generale della FP CGIL di Bologna

Voglio dare per scontato che l'obiettivo comune sia quello di migliorare la condizione di vita delle persone a partire da coloro che sono o possono cadere in condizioni di fragilità. E' quindi utile e necessario confrontarsi su come strutturare un sistema di servizi che siano in grado di prendere in carico le persone nell'intero arco della loro vita. Oggi non è così.

La città Metropolitana e il comune di Bologna hanno avviato da tempo un percorso che porterà verso il piano Metropolitano per l'economia sociale confrontandosi con gli Enti del Terzo settore. Percorso che non ha ancora visto il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali.

Noi non siamo Stakeholder, siamo soggetti di rappresentanza e portatori di interessi di cittadini e lavoratori. Come FP CGIL rappresentiamo persone che si occupano di persone e riteniamo che qualsiasi ragionamento volto a trasformare il modello di risposte in termini di servizi e prestazioni da erogare non possa prescindere dal coinvolgimento di chi in quei servizi opera ed è anch'esso protagonista nella lettura e nell'analisi dei bisogni. Abbiamo un portato di esperienze e competenze da mettere al servizio dell'obiettivo che più sopra richiamavo. Esperienze e competenze che peraltro non sono adeguatamente valorizzate sotto il profilo della remunerazione oltre che per le condizioni di lavoro.

Occorre quindi avviare confronti di approfondimento e di merito a partire dal rapporto pubblico/privato soprattutto per quanto riguarda la programmazione sapendo che ci si muove in un contesto che ha visto da più di un decennio scelte della politica che hanno depotenziato la capacità degli enti di prossimità (comuni, Unioni di comuni, Asp) di fornire risposte adeguate favorendo il processo delle esternalizzazioni.

E' il soggetto pubblico che, per noi, deve avere la titolarità primaria nella rilevazione della domanda e dei bisogni e quindi nell'attuazione di una adeguata programmazione in base alla quale si possano progettare le risposte in termini di servizi resi, anche in un'ottica di co-progettazione con gli Enti del Terzo Settore. Occorre però che sia garantito il primato del soggetto pubblico non fosse altro che è lui che deve rendere conto alle cittadine e ai cittadini del suo agire.

 

 

 


"Ancora emergenza sovraffollamento al Pratello".

La FP CGIL di Bologna,  ricevute numerose segnalazioni da parte del Personale di Polizia Penitenziaria dell’Istituto Penale Minorile di Bologna, segnala l’ennesima situazione di grave sovraffollamento della struttura che vede la presenza di n° 46 detenuti ristretti, ben 6 in più rispetto alla prevista capienza.
A rendere ancora più difficile la situazione, la grave carenza  di personale, anche socio educativo, ridotto al minimo in pieno piano ferie estive, situazione che sta creando notevoli difficoltà nella quotidiana gestione delle varie attività all' interno dell'istituto.
Rispetto alla situazione sopra riportata, la scrivente O.S. non può esimersi dal rappresentare che nulla è stato fatto dall' amministrazione per alleviare la situazione già rappresentata recentemente e che la stessa è ancora di più peggiorata presso l’Istituto in questione.
Fortunatamente non si stanno registrando al momento situazioni di criticità, ma chiaramente la situazione è allarmante e si registrano difficoltà nella gestione per la carenza di pasti da fornire ai detenuti, al momento sono presenti 23 detenuti minori e 23 maggiorenni, con apparecchi televisivi non sufficienti per tutti.
Questa O.S. auspica che la situazione sopra descritta venga affrontata con urgenza dall'amministrazione ed a tal proposito si chiede l'immediato stop agli ingressi di nuovi giunti ed il conseguente sfollamento della struttura.
Si chiede inoltre l'urgente incremento dell'organico di polizia penitenziaria in carico alla struttura in considerazione della prossima ripresa di tutte le attività istituzionali al termine della stagione estiva.


Bene la proposta di legge regionale ma servono risposte immediate

Per continuare ad avere un Servizio Sanitario Pubblico servono nuove assunzioni e risorse economiche.
Il Governo non toglie i vincoli sulle prime e riduce le seconde.
Bene quindi la proposta di legge che da ultimo la Regione a presentato per il rifinanziamento del sistema sanitario nazionale.
Sono anni che la Fp e tutta la Cgil hanno messo quelle questioni al centro delle loro mobilitazioni. Ma per ora è una proposta e come tale, non da risposte immediate ai problemi che ci sono da tempo e che si stanno aggravando.
Ribadiamo la necessità che sia avviato da subito un tavolo di confronto che non potrà limitarsi ad affrontare "solo" la questione del riordino dell'emergenza/urgenza, ma dell'intero sistema sanitario territoriale.
Liste d'attesa, relazione tra centro e territorio, valorizzazione e condizioni lavorative, e tanto altro.
Insomma come si organizza il sistema sanitario territoriale per rispondere ai bisogni delle persone in termini di cura e assistenza, senza che queste siano costrette a comprarsi la cura e l'assistenza o addirittura a rinunciare ad essere curati e assistiti.
Per ora tutto tace.

Assemblea Pubblica a Vergato sul riordino del Sistema Emergenza/Urgenza

Vergato (Bo) 9 Agosto 2023 - Si è svolta oggi davanti al Pronto Soccorso di Vergato l'assemblea pubblica convocata da FP CGIL, CISL FP e UIL FPL per discutere del progetto di riordino del servizio sanitario metropolitano a seguito della delibera regionale, con particolare riferimento al sistema emergenza/urgenza nel territorio dell'appenino e alla prevista trasformazione del presidio di Vergato in CAU.

È stata un'assemblea molto partecipata da lavoratrici e lavoratori, delegate e delegati, cittadine e cittadini che con i loro interventi hanno rappresentato molte preoccupazioni sulla tenuta del servizio sanitario pubblico e del peggioramento dei servizi.

Sono intervenuti anche Giuseppe Argentieri, Sindaco di Vergato e Alessandro Santoni Sindaco di San Benedetto Val di Sambro nonchè presidente del Distretto Socio-Sanitario dell'Appennino che ha parlato a nome di tutti i sindaci del Distretto.

Per la Categoria bolognese, il Segretario Generale Marco Pasquini e il Responsabile del Comparto Sanità Gaetano Alessi, hanno affermato che "l'ipotesi di separare i percorsi delle emergenze e delle urgenze è sulla carta condivisibile" ma ancora una volta hanno denunciato "la carenza di personale necessario e la carenza di risorse economiche" e hanno ribadito "la necessità di un confronto di merito che coinvolga tutte le parti in causa a partire dalle rappresentanze sindacali che rappresentano tutte le professionalità che operano e tengono in piedi il servizio sanitario pubblico - persone che con il loro lavoro assistono e si prendono cura di altre persone . Ma anche con i territori e le loro amministrazioni locali."

"Allo stato attuale, nonostante se ne parli da mesi e nonostante gli incontri fatti con la conferenza territoriale socio-sanitaria metropolitana (ctssm), non esiste ancora una proposta formale sulla quale fare un confronto di merito.

I documenti che ci sono stati forniti dalla ctssm, come comunicato dalla stessa quando ha rinviato l'incotro che si doveva svolgere il 3 Agosto u.s., richiedono ulteriori approfondimenti.

"Auspichiamo che a Settembre siano pronti ad aprire il confronto. Confronto che può anche partire dal sistema dell'emergenza/urgenza, ma che affronti il riordino del sistema sanitario metropolitano nel suo complesso anche sotto il profilo della terrotorialità. Se è vero che il territorio dell'Appennino è fragile occorre operare per potenziare i servizi di quel territorio.

"Occorre anche rimarcare che senza un numero di personale adeguato e adeguatamente formato e senza le risorse economiche necessarie, nessuna riorganizzazione potrà essere efficacie e a pagarne le conseguenze saranno le persone a partire da quelle più fragili"

"Serve un piano strordinario di assunzioni, servono risorse per valorizzare il lavoro di chi opera nei servizi e serve una organizzazione del lavoro che determini condizioni di lavoro sostenibili."